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TORNA LA F1 DOPO LA SOSTA E LO FA NELL’UNIVERSITA’ DEI MOTORI: SPA.

Editor/20 Aug, 14/874/0
Sport

GOMME MEDIE E SOFT (SENZA DIMENTICARE IL METEO) DOVRANNO SOSTENERE IL GIRO PIÙ LUNGO DEL MONDIALE E UNO DEI CIRCUITI PIÙ IMPEGNATIVI PER GLI PNEUMATICI

Dopo la lunga pausa estiva si riaccendono i motori e lo fanno in uno dei templi della Formula Uno. Il campionato del mondo, infatti, riprende dopo una pausa di tre settimane per una delle gare più attese dell’anno, il GP del Belgio a Spa-Francorchamps. Sul circuito adagiato sulle Ardenne, Pirelli ha deciso di portare i P Zero White medium ed i P Zero Yellow soft, una scelta più “morbida” rispetto allo scorso anno (come già accaduto in altri circuiti) per promuovere strategie diverse.

Con poco più di sette chilometri di lunghezza (7004 metri per l’esattezza), Spa è quindi il circuito più lungo dell’intero circus; il suo mix unico di rettilinei veloci (come quello del Kemmel), curve ad alta velocità (le mitologiche Eau-Rouge Redillon, Pouhon, Stavelot o Blanchimond) e asfalto abrasivo, impegna in maniera massiccia gli pneumatici. Ma le variabili di Spa non finiscono certo qui, anche il tempo ballerino è un fattore decisivo, dato che la pioggia arriva in maniera frequente ed è una caratteristica ricorrente di questa regione. Per questo, la possibilità di safety car è molto alta; quindi, la capacità di reagire velocemente, e di formulare una strategia efficace, è di vitale importanza. Data la sua lunghezza, infatti, può piovere su una parte del circuito mentre un’altra parte è completamente asciutta, il che significa che la versatilità delle vetture, così come dei piloti e delle gomme, è portata agli estremi e rende ancor di più magico il GP del Belgio.

“Spa è uno dei circuiti più epici dell’anno – sottolinea Paul Hembery, direttore Motorsport Pirelli – E’ una pista che conosciamo bene grazie anche alla nostra esperienza nelle corse GT, con la 24 Ore di Spa. Avere unpneumatico versatile, in grado di adattarsi alle diverse condizioni di pista così come alle diverse condizioni meteo, è fondamentale. Nonostante l’usura e il degrado degli pneumatici siano tradizionalmente elevati a Spa – a causa degli alti carichi di energia posti sulle coperture – abbiano deciso di portare qui, per la prima volta dal 2011, la combinazione medium-soft: l’opzione più morbida probabilmente sarà la preferita in qualifica a causa di un significativo gap di tempo e della lunghezza del giro. Quest’ultimo elemento rende la strategia ancora più rilevante: essere sullo pneumatico giusto al momento giusto è più importante che su altri circuiti. E’ il tipo di gara in cui, con le giuste circostanze, è assolutamente possibile passare dall’ultima alla prima posizione; e questo, ovviamente, lo rende un Gran Premio molto eccitante”. Gli fa eco Jean Alesi, consulente tecnico Pirelli: “Spa è il circuito migliore in termini di piacere di guida, ma è anche molto difficile – sia in condizioni di bagnato sia di asciutto. Da un punto di vista delle gomme, è davvero una gara impegnativa. L’asfalto è molto abrasivo, quindi l’usura delle gomme è sempre alta. Quando ho iniziato a gareggiare, avevamo le gomme da qualifica ed era davvero difficile arrivare alla fine di un giro lanciato senza avere del blistering. Il tempo di passare dalla chicane del Bus Stop all’inizio della pit lane, le gomme erano già molto usurate. Adesso è diverso, poichè gli pneumatici sono molto più resistenti. È necessario un basso carico aerodinamico a Spa, altrimenti non si ha abbastanza velocità in rettilineo, ed è qui dove si ottiene davvero il tempo. L’abrasività del circuito diventa effettivamente un vantaggio sul bagnato, che è abbastanza frequente. Anche quando piove, c’è ancora un bel po’ di grip”.

Il circuito dal punto di vista degli pneumatici:

La chiave di Spa è gestire l’enorme quantità di energia scaricata sugli pneumatici, generata da ogni direzione. All’ Eau Rouge, probabilmente la curva più bella e difficile del mondo, ad esempio, dove i motori sono al massimo di potenza e le monoposto viaggiano a 300 chilometri all’ora, si ha una compressione negativa di circa 1g, ed una forza laterale di circa 5g. Lo stress sulla struttura e sulla spalla degli pneumatici è il più alto di tutto l’anno.

La P Zero White medium è una mescola ‘low working range’, capace di assicurare massime prestazioni anche a basse temperature (come spesso si hanno a Spa) La P Zero Yellow soft, invece, è una mescola ‘high working range’, perfetta per temperature più alte. La pioggia è un elemento consueto a Spa, anche se durante la 24 Ore dello scorso mese e durante il Gran Premio dello scorso anno non c’è stata.

Il basso carico aerodinamico, (Spa è un circuito nel quale la velocità media passa senza sforzi i 200 kmh) usato spesso a Spa, influenza le frenate. Con meno deportanza sulla vettura quando questa rallenta, c’è il rischio di bloccaggio delle ruote, e questo può determinare uno “spiattellamento” degli pneumatici che andrebbe a rovinare lo stint.

Il GP edizione 2013: La strategia vincente dello scorso anno fu a due soste: Sebastian Vettel (che da quel momento in poi avrebbe vinto ogni GP della stazione) su Red Bull, completò due stint con le mescole medium e uno stint finale con le mescole hard, vincendo la gara dopo essere partito dalla seconda posizione in griglia. Romain Grosjean, su Lotus, tentò l’azzardo e arrivò ottavo fermandosi solo una volta.

La scelta pneumatici finora:

P Zero Red P Zero Yellow P Zero White P Zero Orange
Australia Soft Medium
Malesia Medium Hard
Bahrain Soft Medium
Cina Soft Medium
Spagna Medium Hard
Monaco Supersoft Soft
Canada Supersoft Soft
Austria Supersoft Soft
Gran Bretagna Medium Hard
Germania Supersoft Soft
Ungheria Soft Medium
Belgio Soft Medium

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