Scarico moto: come funziona e quando può essere cambiato
I veicoli spinti da un motore a combustione interna sono dotati di un impianto di scarico, un elemento funzionale di grande importanza per il corretto funzionamento dell’unità motrice e del mezzo stesso. Nelle moto, molte delle componenti di questo impianto sono esposte e quindi soggette agli urti ed agli agenti atmosferici, che possono provocare danni tali da intaccare le capacità funzionali di una singola parte o dell’intero apparato. In questo articolo vedremo come funziona un impianto di scarico di una moto e come sostituire il terminale (noto anche come “marmitta”), non solo per necessità tecniche.
Quando cambiare la marmitta della moto?
Ci sono diverse eventualità che possono motivare la decisione di sostituire il terminale di scarico della proprio moto. La più ‘naturale’ è rappresentata da un guasto, un malfunzionamento o l’usura di una o più componenti; in tal caso, subentra un’esigenza tecnica e la sostituzione della marmitta diventa un’operazione necessaria, da effettuare appena possibile. Non di rado, però, i rider più esigenti decidono di cambiare il terminale di scarico per conferire alla propria moto un taglio più sportivo o un sound più rotondo e accattivante, a prescindere da esigenze di natura tecnica e funzionale. In tal caso, la nuova marmitta sarà diversa da quella originale; ciò potrebbe far sorgere qualche dubbio circa la regolarità dell’operazione. La sostituzione del terminale di scarico, infatti, non può essere fatta sempre e comunque ma deve rispettare due condizioni: la nuova marmitta deve essere omologata e l’intervento, nel complesso, non deve alterare le caratteristiche funzionali del veicolo.
Pertanto, quando si decide di montare sulla propria moto uno scarico ‘sportivo’, magari cromato o satinato, è bene scegliere con cura l’articolo che si intende acquistare. A tale scopo è consigliabile optare per prodotti di marca reperibili presso rivenditori autorizzati o, in alternativa, e-commerce di settore specializzati in grado di fornire le necessarie garanzie e, al contempo, di offrire un ampio ventaglio di scelta: sfogliando il catalogo digitale delle marmitte su omniaracing.net, ad esempio, ci si può fare un’idea più chiara di cosa offra il mercato, grazie anche alla possibilità di consultare accurate schede tecniche.
Per ciò che riguarda l’aspetto pratico della sostituzione dello scarico, ci si può affidare ad un meccanico di fiducia, così da avere maggiori garanzie. In alternativa, è possibile cimentarsi nel fai da te, dal momento che non si tratta di una procedura particolarmente complessa o che richieda attrezzi particolarmente specifici (tenendo conto che quelli appositi per smontare ed assemblare la marmitta vengono quasi sempre inclusi nella confezione). I passaggi fondamentali sono due: togliere la fascetta alla base dello scarico, aiutandosi con lo spray sbloccante e rimuovere l’attacco dello scarico; se necessario, vanno eliminati residui di ruggine nei punti di giunzione. Per montare il dispositivo nuovo basta ripetere la procedura a ritroso.
Il sistema di scarico dei fumi
Un motore endotermico funziona tramite combustione del carburante (benzina o gasolio); questo processo, da un lato, aziona i pistoni all’interno del cilindro (o dei cilindri) del propulsore. Dall’altro produce delle scorie, ossia i fumi residui della combustione, che devono essere convogliati all’esterno del motore; a tale scopo, le camere di combustione sono dotate di apposite valvole (dette, appunto, di scarico) che consentono la fuoriuscita dei fumi di scarico; questi, a loro volta, vengono convogliati direttamente, tramite i collettori, verso l’esterno. Prima, però, passano attraverso il catalizzatore (che si trova nella marmitta), un segmento in cui si trova un dispositivo catalitico; questi, assieme ad una serie di passaggi obbligati, riducono le emissioni inquinanti del veicolo, provocando la trasformazione degli idrocarburi incombusti, dell’ossido di azoto e del monossido di carbonio in anidride carbonica, acqua e azoto. Il terminale di scarico, quindi, non è soltanto un elemento estetico ma ha precise caratteristiche funzionali e per questo motivo deve essere omologato affinché il mezzo possa essere ammesso alla circolazione.