König: l’azienda da Lecco verrà trasferita in Carinzia
Brutte notizie per il mondo del lavoro. Esuberi della König di Molteno (LC), prossima chiusura della fabbrica produttrice di catene. Un ridimensionamento che non dipende da problemi economici ma dalle strategie del gruppo Pewag (proprietario) che ha deciso di delocalizzare l’azienda lecchese in Austria (Carinzia) e Repubblica Ceka. Un durissimo colpo per gli operai italiani che vedono anche un’assenza di proposte di ricollocazione e la legislazione in materia di ammortizzatori sociali post Jobs Act. Sostanzialmente non hanno appigli ai quali aggrapparsi in caso di ristrutturazione.
106 operai della König di Molteno, su un totale di 130, si ritrovano di fatto disoccupati. I vertici aziendali hanno, infatti, annunciato un piano di esuberi che coinvolge più dell’80% degli impiegati per lo smantellamento della produzione in provincia di Lecco che rimarrà solamente, di fatto, un presidio logistico. Uno smantellamento che porterà ad una delocalizzazione all’estero. König, azienda specializzata nelle catene da neve, è stata fondata nel 1996 e, dopo alcuni cambiamente, è stata rilevata, nel 2015, dagli austriaci di Schneeketten Ag del Pewag group, creando un nuovo gruppo leader a livello mondiale. L’obiettivo dichiarato al momento della nuova acquisizione era quello di un rilancio. Non solo così non è stato, ma adesso la strategia è quella di trasferire il core business altrove e sancire la serrata degli storici stabilimenti. Altrove che, nelle specifico, è stato definito in Austria (Carinzia) e Repubblica Ceka. Una notiza terribile sia per i 106 operai che per la zona e il suo indotto. La proposta di delocalizzazione, tuttavia, è stata respinta con forza dai rappresentanti sindacali, ma anche del sindaco di Molteno, Mauro Proserpio. Gli impatti economici e sociali in zona si preannunciano pesantissimi, anche perché con il job act non sono più previsti ammortizzatori sociali difensivi in caso di ristrutturazioni aziendali simili. Sulla questione verranno interpellati anche gli esponenti istituzionali di Villa Locatelli ed i funzionari del ministero dello Sviluppo economico