Gran Premio d’Austria 2014 – Analisi della Gara.
Le due soste hanno fatto la differenza per la vittoria finale.
La Mercedes ha saputo sfruttare la strategia per avere la meglio sulle Williams.
Dopo l’inattesa battuta d’arresto di Montreal la Mercedes torna sul gradino più alto del podio e, ancora una volta, con il leader del Mondiale, Nico Rosberg. La vittoria del pilota tedesco (che venerdì compirà 29 anni) non è arrivata solamente grazie allo strapotere tecnico della propria vettura ma, anche, grazie a una proficua strategia di gara che ha portato il figlio del grande Keke dalla terza posizione al successo. In pole position e, cosa ancor più rara per questa stagione, non c’era una monoposto di Stoccarda ma una Williams, nello specifico quella di Felipe Massa. L’ex ferrarista era affiancato dal compagno di squadra finnico Valtteri Bottas ma, lungo il corso del rientrante GP d’Austria, nulla ha potuto contro la strategia Mercedes. Rosberg e Hamilton hanno anticipato le inglesi, rientrando ai box con un giro di anticipo, in modo da sfruttare l “undercut” ovvero tornando in pista con i pneumatici nuovi e, piazzando subito giri record, hanno accumulato un vantaggio sufficiente a sopravanzare sia Bottas (terzo al traguardo) e Massa, vero deluso di giornata.
La vittoria finale, come molte volte in questo campionato del mondo, è stata un duello Rosberg- Hamilton con quest’ultimo che ha imitato il compagno di squadra ed è riuscito a risalire dalla nona posizione alla piazza d’onore. L’ex MacLaren ha iniziato la gara con i P Zero Red supersoft ed ha poi completato due stint sui P Zero Yellow soft, finendo a meno di due secondi dal vincitore.
Un altro pilota che ha sfruttato una strategia sulle gomme è stato, senza dubbio, il messicano Sergio Perez su Force India. Partito dalla quindicesima posizione (doveva scontare cinque posti in griglia per colpa dell’incidente all’ultimo giro del GP del Canada con Massa) montando le soft ha prolungato il proprio stint fino al giro numero 29 (molto più lungo rispetto ai rivali) per ripartire ancora con le soft e, infine, concludere il GP con le supersoft. In questo modo l’ex pilota MacLaren ha saputo rimontare fino alla sesta posizione e, per diversi giri, ha saputo tenersi dietro Rosberg e company.
Nonostante la temperatura ambientale non fosse propriamente da canicola estiva, il tracciato ha toccato quota 40° ma, incredibile a dirsi, alcuni piloti sono riusciti a portare a termine tutto il GP con una sola sosta ai box, trattasi di Jules Bianchi e Max Chilton (che ha saputo percorrere 37 giri con le supersoft) della Marussia e Kamui Kobaisahi della Caterham che con un set di pneumatici soft ha percorso qualcosa come 57 giri.
Alla fine della corsa come consuetudine ha fatto il proprio bilancio Paul Hembery, Direttore Motorsport di Pirelli. “Le prestazioni degli pneumatici sono state in linea con le nostre aspettative, a dispetto delle alte temperature – ha spiegato – Il degrado è stato leggermente più alto di quanto visto nei giorni delle prove, quindi una gara a due soste era più indicata, mentre una strategia ad una sola sosta sarebbe stata troppo ambiziosa per la maggior parte dei Team. Abbiamo assistito ad un Gran Premio molto divertente, dove la strategia gomme ha giocato un ruolo determinante, ed è sempre un piacere vedere una faccia nuova sul podio. Congratulazioni a Valtteri e alla Williams, così come a Mercedes, per la grande prestazione del weekend”.
La strategia vincente:
La previsione a due soste era: partenza con supersoft, cambio con soft al 13° giro e ancora soft al 42°giro. Rosberg si è fermato leggermente prima della con pit stop all’ 11° e al 40° giro, ma seguendo la stessa strategia.
Lo stint più lungo della gara:
Soft | 57 giri | Kobayashi |
Supersoft | 37 giri | Chilton |