Michelin chiude Fossano? Partono le vibranti proteste dei dipendenti
Michelin annuncia l’intenzione di chiudere il proprio stabilimento italiano di Fossano (CU) con il conseguente licenziamento di 578 dipendenti ed i sindacati scattano sul piede di guerra. Maurizio Landini, segretario generale della FIOM non una mezzi termini: “E’ una decisione inaccettabile – ha tuonato al presidio davanti ai cancelli del’impianto piemontese – Vogliamo aprire con l’azienda una discussione sul piano industriale, che finora non c’è stata. Non siamo disponibili ad accompagnare processi di chiusura di stabilimenti e licenziamenti. Se lo scordino”. E, non si tratta di sole parole. Ben 400 dipendenti, infatti, hanno bloccato il traffico della statale 28 per protesta. “Fino ad ora – ha proseguito Landini – ci sono stati solo annunci. E’ necessario che il gruppo Michelin si renda disponibile a fare una discussione vera su come gli investimenti e il processo di riorganizzazione possano ottenere due risultati: salvaguardare il ciclo produttivo nel Paese ed evitare licenziamenti”. Il leader della Fiom ha quindi attaccato il governo che “dovrebbe agire senza che qualcuno glielo chieda. C’è una certa differenza tra l’immagine di un Paese che funziona e quello reale in cui si continua a delocalizzare”. Cosa avrebbe deciso Michelin? Il colosso francese ha deciso di tagliare i già citati 578 posti di lavoro da qui al 2020, garantendo, però, un confronto trasparente per trovare la migliore soluzione. “Dal 2009 ad oggi – spiega Michelin – il sito industriale di Fossano ha registrato una flessione dei volumi del 45%, che si traduce in una situazione di cronica non saturazione degli impianti. I 2/3 dell’attuale produzione di cavi metallici standard di Fossano – aggiunge – sono oggi acquistabili sul mercato a costi decisamente inferiori”. Per questo motivo, scrive ancora l’azienda, “la fornitura di questi semilavorati, in una logica di ottimizzazione dei costi di tutta la filiera di produzione degli pneumatici, richiede soluzioni economicamente sostenibili”. Di qui, appunto, “la chiusura dell’attività del sito di Fossano, che si realizzerà progressivamente entro la fine del 2016”. Una situazione non semplice con 578 dipendenti che sono a serio rischio di perdita di lavoro. Nelle prossime settimane, siamo certi, proseguirà una battaglia serrata.
In mattinata si è anche dovuta registrare la polemica di alcuni lavoratori contro il sindaco di Fossano, Davide Sordella che attraverso Facebook ha comunicato la chiusura della stabilimento, prima ancora che i lavoratori fossero avvisati ufficialmente. Il sindaco replica: «Appena l’ho saputo ho pensato ai lavoratori e alle famiglie. Ho voluto avvisare i parlamentari e il governo perché non erano stati informati. Dopo mezz’ora dalla mia comunicazione eravamo sui giornali nazionali, mi sembra il modo migliore per alzare l’attenzione su questa situazione difficile perché noi come città siamo al fianco dei lavoratori e vogliamo fare tutto il possibile per impedire la chiusura dello stabilimento».